Acetosa
Rumex acetosa
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L'acetosa, quando è giovane e allo stato fresco, agisce come diuretico e purificatore del sangue; aiuta il fegato, l'intestino, previene la distruzione dei globuli rossi. La clorofilla contenuta nella pianta porta ossigeno alle cellule rinforzando le loro pareti, aiuta a rimuovere i depositi nei vasi sanguigni e aiuta il corpo ad assorbire più ossigeno. Si usa per malattie infiammatorie, malattie del tratto urinario e dei reni. Per l'alto contenuto di vitamina C, le foglie vengono usate per la cura di forme di avitaminosi, nell'anemia e nella clorosi. Si usa tutta la pianta, prima che fiorisca, al secondo anno di vita. Dell'acetosa in culinaria si impiegano le foglie, soprattutto quelle basali, in insalata o in saporite minestre. E' uno dei quattro componenti base dell'Essiac.
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Achillea
Achillea millefolium
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È una pianta utilissima per calmare gli spasmi uterini, nella cura delle malattie nervose, dellasma. Viene inoltre usata per arrestare qualsiasi emorragia esterna ed interna, utilizzandola in decotto o in infuso oppure applicandola, tritata finemente, sulle ferite o sulle piaghe. Frena le diarree, favorisce le funzioni urinarie ed è un potente antiemorroidale. In questi casi si usa l'infuso preparato versando mezzo litro di acqua bollente su una manciata di sommità fiorite di Achillea secca. Infuso e decotto sono sempre consigliabili come antispasmodici, nelle debolezze di stomaco, nelle cattive digestioni e nelle acidità. Un ottimo vino di Achillea, curativo, nella misura di due bicchieri al giorno, delle malattie sopra elencate, si ottiene lasciando macerare due manciate di erba in un fiasco di generoso vino bianco. Ai fini eduli, poche foglioline di achillea aggiunte alle minestre o alle insalate, riescono a rendere appetibili altre specie mangerecce non troppo gustose.
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Arnica
Arnica Montana |
Giustamente l'arnica è stata definita fin dai tempi più antichi "la panacea dei caduti", infatti miracolosi sono i suoi effetti negli infortuni in genere, nelle distorsioni e nelle botte solenni che lasciano lividi bluastri su tutto il corpo. Con i fiori di arnica si può preparare un efficace anti-reumatico mettendone a macerare, per 8 o 10 giorni, trenta grammi in mezzo litro di alcol puro. Quindi si cola, aggiungendo un dado di canfora, un bicchierino di trementina e sbattendo a lungo finché la canfora si sia sciolta. Alla fine si aggiunge al tutto un bicchiere di acqua per ridurre la gradazione di questo efficace linimento, che si usa esternamente per energici massaggi sulle parti dolenti. Contro le distorsioni, le contusioni o le botte in genere si usa la tintura d'arnica preparata mettendo a macerare in un bicchiere d'alcol 10 grammi di radice di arnica secca, sbattendo il tutto una volta al giorno e per venti giorni consecutivi. L'arnica è utilizzata, oltre che per gli ematomi, per le distorsioni, i dolori muscolarie le punture di insetti.
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Assenzio
Artemisia absinthium |
È una pianta diffusissima lungo i muri, tra i sassi, nei luoghi aridi sia montani che di pianura. Fiorisce da maggio a settembre con grappoli minuti di fiorellini gialli e sono, appunto, questi rametti in fiore, essiccati accuratamente allombra, che costituiscono la parte propriamente medicinale. Lassenzio è considerato il principe degli amari e, grazie alle particolari essenze contenute, è ritenuto una pianta tonica, stomatica, febbrifuga e diuretica. È sempre stato molto ricercato fin dallantichità ed ancora oggi è usato nella preparazione di tutti gli aperitivi a base amarognola. Lassenzio, oltre che aperitivo, è pure diuretico, essendo ricco di quei sali di potassio che hanno unazione energica sui reni; è un ottimo tonico ed ha una decisa azione vermifuga. Come tale si usa linfuso, da prendersi ogni mattina a digiuno nella misura di un bicchiere e che si prepara versando un litro di acqua bollente su due cucciai dassenzio, lasciando riposare per dieci minuti e quindi colandolo. Per chi si sente stanco e svogliato, si metta ogni sera un pizzico di fiori di assenzio in una tazza di acqua bollente, si lasci a macero lintera notte, e si beva al mattino completamente digiuni. Ottimo è pure il vino di assenzio che stimola lappetito e favorisce una facile digestione. Poche foglioline si adoperano nelle insalate di poco carattere, allo scopo di conferire un tono amarognolo gradevole.. ma senza esagerare, altrimenti si rischia di rendere il tutto eccessivamente amaro.
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Bardana
Arctium lappa
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La bardana è un'erba alta più di un metro, ed è nota soprattutto ai più giovani, per i suoi frutti, chiamati "petole", che lanciati sulle persone si appiccicano sulle vesti o sui capelli, di qui il suo nome dialettale di "petolara" o "cicapui". E' una pianta che ha pregi notevoli come pianta diaforetica, diuretica e depurativa, soprattutto quando si è afflitti da foruncoli ed altre eruzioni della pelle che al dolore fastidioso aggiungono una vera e proprio deturpazione della bellezza. In questi casi si usa il decotto di radice, con cui ci si può anche lavare il viso, ottenendo così una pelle delicata e vellutata. La bardana, inoltre, è efficace per gli erpetici, gli artritici, i sofferenti di ingorghi e di calcoli renali. Le foglioline più giovani, raccolte prima della fioritura, possono essere consumate in insalata. I piccioli sono mangiati lessati e conditi a guisa di asparagi oppure fritti. Il gambo floreale è però la parte più gustosa: lessato e condito a piacere o fritto in pastella. E' uno dei quattro componenti base dell'Essiac.
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Betulla
Betula alba |
L' infuso di betulla serve nelle più diverse manifestazioni dell'idropisia, negli edemi anche di origine cardio-renale, nelle difficoltà di urinazione così tipiche nelle persone anziane, nell'albuminuria e nei gonfiori. Tipico effetto di questo decotto è un benefico aumento delle urinazioni, che possono raggiungere le cinque o sei unità senza che i reni abbiano a denunziare alterazione alcuna per il maggior lavoro al quale sono sottoposti. L'infuso di betulla inoltre, porta sensibili e rilevanti benefici ai gottosi, facilitando lo scioglimento e la relativa eliminazione dei calcoli urinari. Oltre che diuretica, la betulla ha proprietà antisettiche e si menziona anche come parassiticida.
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Biancospino
Crataegus oxyacantha L. o Crataegus monogyna Jacquin.
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Il più usato è l'infuso di biancospino che si prepara al mattino versando mezzo litro di acqua bollente su di un pizzico di fiori. L'infuso di questo fiore miracoloso è sempre un ottimo calmante, un efficace sonnifero, un toccasana per chi soffre di palpitazioni, di insonnie, di irritabilità, di ronzii alle orecchie, di vampate di calore. Esso agisce sulla contrazione delle arterie e, tonificando il cuore, favorisce un giusto equilibrio fra pressione sanguigna e forza del polso. Non dà assuefazione e una cura di infuso di biancospino, tonificando il sistema nervoso, garantirà una visione ottima della vita, una mente lucida e sana ed un senso profondo di benessere e di serenità che si gode e si apprezza solo quando si hanno i nervi a posto ed il corpo ha riposato bene a lungo.
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Borsa pastore
Capsella bursa pastoris
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È una pianta che cresce un po dovunque, in campagna, in città, sui ruderi, nei luoghi incolti o secchi. Tutta la pianta, verde o secca, è medicinale, contenendo acido bursico, malico, acetico, citrico e molto tannino. Il suo effetto più immediato è di favorire, moderandole, le regole mensili. Si usa, in questi casi, il decotto preparato bollendo una manciata di borsa pastore in tre tazze di acqua finché queste ultime siano ridotte a due, che si bevono distanziate di qualche ora luna dallaltra. Il decotto è pure indicato nella cura delle febbri malariche, della ematuria e nelle emorragie di stomaco. Come emostatico si usa la pianta fresca finemente triturata e introdotta nelle narici o stesa sulle ferite. Ottimo è pure il balsamo del pastore usato per frizionare qualche articolazione atrofizzata o, tanto per intenderci, arrugginita. Naturalmente questo balsamo del pastore può essere preso anche per via orale ed è miracoloso in caso di dissenteria. Resta, infine, da aggiungere che il decotto di borsa pastore serve come ottimo lavaggio di piaghe e di ferite, mentre la polvere della pianta, sparsa sulle ferite, le guarisce in fretta, favorendo una pronta cicatrizzazione. Il suo gusto non è dei più eccelsi, pur essendo commestibile... si utilizza in insalate miste o cotta in frittata.
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Calendula
Calendula officinalis L. |
Vengono utilizzate le foglie e i capolini appena sbocciati. La raccolta viene fatta in estate. Si possono usare freschi in cataplasmi o fatti essiccare in stati sottili, evitando di farli annerire. Devono essere conservati al riparo della luce e dell'umidità. Le parti utilizzate sono ricche di oli essenziali, resine e mucillagini. Proprietà terapeutiche: antiinfiammatoria di mucose e cute, immunostimolante, cicatrizzante, disinfettante. Per uso esterno come lenitivo e antiarrossante. Viene impiegata per preparare infusi, tinture e cataplasmi. Dal punto di vista edule, della calendula si raccolgono poche foglioline da unire ad insalatine primaverili. I fiori uniti al brodo ed ai risotti, tingono di giallo al pari dello zafferano.
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Camomilla
Matricaria chamomilla |
Matricaria chamomilla è stata battezzata botanicamente perché medicamento per eccellenza dell'organo femminile o matrice quando è ammalato, infiammato o in ritardo sulle regole periodiche. La tisana si prepara mettendo in acqua bollente un pizzico di fiori e cura i crampi di stomaco, i violenti dolori del basso ventre, aiuta le digestioni difficili, risolve le indigestioni favorendo, se necessario, il vomito, aiuta, infine, una facile orinazione. In caso di dolori reumatici diffusi alle varie articolazioni si ricorre proficuamente all'olio di camomilla. Quest'olio medicamentoso si prepara facendo bollire a bagnomaria, per circa due ore, trenta grammi di camomilla ed un bicchiere di olio di oliva, quindi si setaccia spremendo con una certa forza, si aggiungono dieci grammi di canfora, controllando che si sciolga e si amalgami uniformemente. L'olio si usa frizionando energicamente e più volte al dì secondo il bisogno sulle parti dolenti. Per le "oftalmie catarrali" che provocano quei dolorosi arrossamenti agli occhi con intolleranza per la luce, molto usate sono le fumigazioni di vapori di infuso molto concentrato e bollente di fiori di camomilla. E' probabilmente la pianta più conosciuta ed utilizzata, specialmente per i bambini.
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Cicoria
Cichorium intybus |
Molto comune e conosciuta, cresce spontanea nei prati o coltivata negli orti, presenta in piena fioritura dei caratteristici fiori di un azzurro cielo intenso. La cicoria contiene la "cicorina" ed altri principi amari che la rendono molto pregevole ed importante come tonico, digestivo, lassativo e depurativo. Non solo, ma il sale contenuto nella cicoria - il nitrato di potassio - è un efficace stimolante dei reni ai quali facilita la liberazione del sangue da tutte le impurità in esso contenute. Il più usato terapeuticamente è il decotto di cicoria che si prepara bollendo un buon pugno di cicoria in mezzo litro di acqua. L'azione depurativa e tonificante delle funzioni epatiche ed intestinali del decotto, può essere sostituita, o meglio completata, da abbondanti scorpacciate di cicoria fresca condita con olio e limone. Lo stomaco - grazie ai principi attivi contenuti nella cicoria fresca - assumerà un ritmo più armonico, digerirà meglio e, infine, sarà messo in grado di sopportare anche qualche peccatuccio di gola. Una cura prolungata di questa insalatina amarognola serve, con risultati talvolta sorprendenti, a rassodare il seno, tonificandone la muscolatura. In cucina le foglie di cicoria sono notissime in insalata, ma è ottima anche lessata o stufata. In passato, con la radice essicata, veniva ottenuto un surrogato del caffè.
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Equiseto
Coda cavallina - Equisetum arvense |
Cresce spontanea nei luoghi incolti, lungo i margini delle strade, nei posti umidi e sassosi. È una pianta preziosa nella farmacia casalinga, usata fin dallantichità. Esternamente il decotto serve per impacchi su piaghe purulente e su ferite. Per uso interno il decotto si utilizza in caso di cistite e di disturbi della prostata. La coda cavallina è una pianta diuretica per eccellenza, per tutti coloro che devono lavare il sangue e far lavorare i reni senza stancarli. Il decotto viene pure usato nelle emorragie nasali, nelle infiammazioni delle gengive o del palato, utilizzandolo per gargarismi. Anche gli occhi infiammati o lacrimanti guariscono in breve tempo se lavati più volte al giorno con il decotto freddo, al quale possono aggiungersi alcuni petali di rose rosse. Grazie ai suoi effetti emostatici il decotto di equiseto viene usato sia per via orale, sia per frequenti lavaggi ed impacchi in caso di emorragie da emorroidi. Nei sudori notturni eccessivi o negli stati di debolezza, una tazzina di decotto freddo, presa prima di coricarsi, ha degli effetti veramente benefici. Studi scientifici l'annoverano come indispensabile per la prevenzione e la cura dell'osteoporosi, la crescita di unghie e capelli.
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Felce
Polystichum filix
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Nella pagina inferiore delle fronde, ai lati delle nervature, si trovano dei corpiccioli, i"sori"(1,5 millimetri di diametro), ricoperti da una sottile membrana. All'interno dei "sori" si trovano dei corpi rotondi, microscopici, le cosiddette "spore" la cui funzione è di riprodurre la pianta. Sotto terra c'è una radice o "rizoma" orizzontale, nodosa e molto grossa. Questa pianta, che viene spesso raccolta anche a scopo ornamentale, è la felce maschio, molto comune anche da noi. La parte medicinale è la radice o rizoma, che si raccoglie in estate e che deve presentare, all'atto della raccolta e della frattura, un bel colore verde. Questa radice, conosciuta fin dall'antichità, ha un deciso potere vermifugo. La radice, a questo scopo, si usa molto secca, si polverizza e se ne prendono quindici grammi, mescolati magari con miele o qualche liquido sì da renderla più appetibile. E' necessario, prima dell'ingestione della polvere, essere digiuni da almeno 12 ore. All'ingestione della polvere si farà seguire, dopo circa mezz'ora, un efficace purgante non oleoso. Con questa cura vermi e tenia soccombono e vengono espulsi. La radice, inoltre, debitamente bollita dà un ottimo decotto per bagni totali o parziali in grado di combattere crampi e reumatismi.
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Genziana
Gentiana lutea |
I pregi della genziana, di natura tipicamente tonica, sono racchiusi tutti nella radice che va raccolta nel tardo autunno o al primo germogliare della pianta, pulita accuratamente a secco, tagliata a pezzi ed essiccata al sole. Grazie a questa radice si potranno curare inappetenze e cattive digestioni, fugare febbri e vermi, apportare sensibili benefici in tutte quelle malattie con manifestazioni di natura nervosa. Un ottimo aperitivo e digestivo è costituito dal vino di genziana, molto facile a prepararsi: si fanno macerare in un buon bicchiere di alcool puro, al quale sia stato aggiunto mezzo litro di acqua, circa trenta grammi di radice di genziana. Dopo 24 ore vi si aggiunge un litro di generoso vino bianco, lasciando macerare per 10 giorni ed agitando almeno una volta al giorno. Terminato il macero, si filtri il vino così ottenuto prendendone un bicchierino prima dei pasti come aperitivo o dopo i pasti come digestivo. Dalla genziana, infine, possiamo estrarre un ottimo vermifugo. In un litro e mezzo di grappa si mettono a macerare 30 grammi di radice di genziana, 15 grammi di fiori d'assenzio, 15 grammi di rabarbaro e 15 di centaurea. Dopo dieci giorni si filtra e vi si aggiunge dello sciroppo ottenuto sciogliendo tre etti di zucchero in tre etti di acqua. Un bicchiere a digiuno per gli adulti, un cucchiaino per i bambini aiuteranno a mettere in fuga i numerosi vermi che spesso albergano in noi.
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Ginepro
Juniperus communis |
Il ginepro contiene un olio essenziale volatile - la gineprina - che, assorbendo l'ossigeno dall'aria, depone la canfora di ginepro ed altre sostanze aromatiche. L'infuso preparato con tre cucchiai di bacche di ginepro bene schiacciate ed un litro d'acqua bollente e preso nella misura di 3 o 4 tazze al giorno porterà sensibili benefici ai sofferenti di acido urico, quindi agli artritici, ai reumatici, ai gottosi, o a chi è affetto da itterizia, calcoli vescicali, idropisia cardiaca e nefritica, di leucorrea e di blenoraggia. Per le essenze volatili in esse contenute e che vengono eliminate attraverso i polmoni, le bacche di ginepro sono pure indicate nei catarri cronici polmonari, nella tubercolosi e nell'asma. Un cucchiaio di bacche schiacciate poste in mezzo litro d'acqua bollente, danno un ottimo tè che preso ben caldo, nella misura di una tazza ogni due ore, farà sudare abbondantemente, faciliterà la respirazione, permetterà un abbondante e facile espettorazione. E infine, per i numerosi malanni, acciacchi e ... bisogni invernali sarà sufficiente una buona manciata di bacche schiacciate di ginepro in un litro di vecchia grappa nostrana.
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Iperico
o erba di San Giovanni, o scacciadiavoli.
Hypericum perforatum |
E' facile riconoscere l'iperico, soprattutto per la struttura delle sue foglie che, guardate contro luce, sembrano attraversate da una serie di minuscoli forellini. L'olio di iperico serve ottimamente a curare bruciature di sole ed ogni altra forma di scottatura. Si prepara spremendo mezzo chilogrammo di fiori e mettendoli a macero in un litro di olio di oliva racchiuso in un vaso di vetro chiaro a chiusura stagna. Si espone per quattro giorni al sole, quindi si tolgono i fiori e, dopo averli bene spremuti, se ne aggiungono degli altri di freschi, esponendo al sole per otto giorni. Quindi si levano i fiori, dopo averli spremuti, e si conserva l'olio - che assumerà una bella colorazione rossa - in bottiglie ben chiuse. L'olio di iperico è miracoloso in ogni specie di ferita, scalfitture della pelle, piaghe, ulceri, ustioni. Ricerche scientifiche hanno confermato che le sue proprietà principali sono: antidepressivo, antivirale ed antibatterico.
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Lavanda
Lavanda officinalis |
È un'elegante pianticella cespugliosa, dai rami eretti e ramosi, che cresce spontanea e perenne nei luoghi aridi o sassosi o sui dossi bene esposti. I fiori di lavanda sono antispasmodici e servono ottimamente a calmare gli attacchi di asma, di tosse convulse, gli attacchi di laringite stridula nel mal caduto. Così i fiori di lavanda sono antisettici, disinfettanti, servono, pertanto, nelle influenze migliorando la secrezione dei bronchi. L'infuso, da prendersi in ragione di quattro tazze al giorno, si prepara con la solita manciata di fiori in un litro di acqua bollente. La tintura di lavanda è ottima per lavare piaghe e ferite e per applicare, quale calmante, su dolorosi bernoccoli. La si prepara con una manciata di fiori messi a macero in un litro di grappa. In caso di stati di choc e di forti emicranie può essere somministrata al paziente in ragione di alcune gocce su di un dado di zucchero. E per concludere non manca accennare all'acqua di lavanda antisettica e delicatamente profumata, molto indicata nell'igiene e nella pulizia quotidiana. Si prepara mettendo a macero per quindici giorni in mezzo litro di alcool puro un etto di fiori di lavanda, quindi si filtra e si conserva ben chiusa.
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Luppolo
Humulus lupulus |
Il luppolo contiene parecchie sostanze ed in particolare la "luppolina" che ha sull'organismo un'azione tonica, calmante, deprimente e leggermente narcotica. L'infuso di questi coni di luppolo dà una bevanda tonica ed aperitiva che, ridestando l'appetito, rende complete le digestioni laboriose, e va in aiuto soprattutto dei convalescenti; anche imbottendo i cuscini di coni di luppolo ben secchi si combatte l'insonnia e l'irrequietezza notturna. Calmanti dei nervi sono pure i bagni caldi nei quali sia stato immesso un chilogrammo di coni di luppolo. I germogli di luppolo raccolti in primavera costituiscono, sia cotti che crudi, un'ottima insalata dagli effetti lassativi, purificatori del sangue e delle funzioni epatiche. Ricerche scientifiche hanno confermato che le sue proprietà principali sono: calmante, sedativa, antispastica, stomachica, antibiotica.
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Malva
Malva silvestris |
La malva ha delle importanti proprietà terapeutiche e va raccolta in piena fioritura e perfettamente essiccata all'ombra. Si usano tutte le parti, pianta, foglie e fiori, che si fanno bollire lungamente in acqua e si applicano sotto forma di un caldo cataplasma sulle parti dolenti. Ottimo anche l'infuso di malva che si prepara versando su di un pizzico abbondante di malva secca un bicchiere di acqua bollente. Si beve due volte al giorno quando si è afflitti da tosse stizzosa, da catarro bronchiale, da infiammazioni all'intestino o da fastidiosi bruciori alle vie urinarie. Questo infuso inoltre, può servire ottimamente per lavaggi interni o per clisteri calmanti. Ricerche scientifiche le hanno confermato le oramai ataviche proprietà antiinfiammatorie, anche in caso di gengiviti, stomatiti e congiuntiviti. La malva può essere mangiata cruda da sola o in insalatine miste. E' eccezionale nei risotti e nelle minestre. I fiori possono ingentilire qualsiasi pietanza, essendo commestibili al pari delle foglie.
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Melissa
Melissa officinalis |
Questa erba, comunemente chiamata melissa o cedronella, cresce nei luoghi incolti, lungo le siepi, nei campi oppure è coltivata nei giardini. Le virtù medicinali della melissa sono contenute nelle sommità fiorite, oppure nelle foglie che contengono uno speciale olio essenziale che dà alla pianta un grato odore ed un gustoso sapore di limone. La melissa è sempre stata consigliata nei postumi delle paralisi, nelle debolezze muscolari, nei tremori dei vecchi, nei languori fisici e morali susseguenti a lunghi patimenti. Così la melissa è molto indicata nelle convulsioni, nelle nevrosi, nell'isterismo ed in ogni forma patologica afferente il sistema nervoso. Risulta molto utile, ancora, nello stimolare l'appetito, nel rinforzare lo stomaco in caso di indigestioni, nell'espellere gli eccessivi e noiosi gas intestinali. Nelle fredde sere invernali, poi, non c'è niente di più indicato di un cucchiaio di acqua o di spirito di melissa in una tazzina di acqua molto calda da prendersi prima di coricarsi. Ricerche scientifiche le hanno confermato proprietà antispasmodiche, sedative, toniche, rilassanti, digestive, antidolorificche e cicatrizzanti. Molto utile in uso esterno per herpes simplex e punture d'insetti.
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Menta
Mentha piperita |
La menta è una piantina che cresce spontanea un po dappertutto e conta numerosissime varietà. Se tutte hanno proprietà medicamentose, la migliore è senza dubbio la Mentha piperita che troviamo generalmente nei luoghi asciutti. Il suo profumo molto accentuato ed il suo aroma particolarmente piccante sono dati da numerosi oli eterei, il principale dei quali è il "mentolo" che, in piccolissime stille, è celato nelle sue foglie e nei petali dei fiori. Il tempo migliore di raccolta della menta è prima dellinizio della fioritura. L'infuso è carminivoro, favorisce cioè lespulsione dei gas intestinali. Colagogo, favorisce cioè le funzioni biliari con benefici effetti sul fegato. Infine, la menta è diuretica, vermifuga, antisettica e tutte queste sue caratteristiche spiegano perché questa pianta veramente miracolosa trova un larghissimo impiego nella preparazione di numerose tisane, confetti, di pastiglie, di paste dentifrice, di bevande, di gomme da masticare, di liquidi usati per gargarismi nella cura di tonsilliti ed angine.
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Mirtillo nero
Vaccinium myrtillus |
Il mirtillo nero è, fra le piante del sottobosco, la più apprezzata e la più conosciuta. I suoi frutti si raccolgono sia per essere consumati subito, sia per essere essiccati e trasformati in efficaci medicinali per l'inverno. Lo stesso avviene per le foglie che contengono degli importanti principi attivi. Il mirtillo trova la sua più tipica applicazione nei casi di diarree ostinate, di malattie biliari, di enteriti acute, di catarro intestinale, di dissenteria accompagnata da evacuazioni sanguigne. Contro tutti questi malanni serve il decotto di frutto di mirtillo che si prepara facendo bollire per cinque minuti in mezzo litro d'acqua due o tre manciate di mirtillo, sia fresco che secco. Uguali risultati si ottengono masticando nel corso della giornata una buona manciata di mirtillo secco e perseverando nella cura, fintanto che i disturbi accusati siano scomparsi. Queste terapie possono essere utilmente sostituite dalla tintura di mirtillo che di è dimostrata anche molto utile in caso di infiammazioni o di afte alla bocca. La pomata di mirtillo cura egregiamente eczemi e pruriti della pelle. Le foglie di mirtillo, invece, servono a preparare un ottimo tè, utilissimo, preso caldo, nei vomiti, nei crampi allo stomaco e nella debolezza urinaria. Usato freddo ed esternamente questo tè guarisce le infiammazioni agli occhi, lavandoli accuratamente tre volte al giorno ed avendo l'accortezza di far entrare un po' di liquido negli occhi stessi. Per concludere, le foglie di mirtillo sono in grado di apportare un sensibile sollievo ai diabetici per una specie di insulina che esse contengono. Si prepara un decotto facendo bollire un cucchiaio di foglie tritate in mezzo litro d'acqua e bevendolo a più riprese nel corso della giornata. Ricerche scientifiche le hanno confermato proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti, anticoagulanti e capillaroprotettive. Viene consigliata ad uso interno in caso di: fragilità capillare, insufficienza venosa (varici), per migliorare la visione notturna, per affezioni oculari (malattie del microcircolo della retina), in caso di emorroidi, ulcere gastriche e duodenali.
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Ortica
Urtica dioica L. e Urtica urens L.
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Comunemente considerata un'indesiderata infestante, l'ortica nasconde proprietà innumerevoli. Fin dai tempi antichi veniva utilizzata in caso di dolori reumatici e ritenzione di liquidi. In uso esterno per tutti i problemi di capelli, anche per l' alopecia, per le affezioni della pelle che si manifestano con prurito, eczemi, bruciature, ferite, afte, infezioni della bocca e punture di insetti. Ricerche scientifiche le hanno confermato proprietà antiinfiammatorie e diuretiche. Apprezzatissima nella cucina tradizionale, è ottima in minestra, come ripieno per i ravioli o nelle frittate.
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Nocciolo
Corilus avellana |
Le foglie di nocciolo sono tuttora ricercate per donare all'epidermide la purezza e la freschezza desiderata. La sostanza contenuta in queste foglie ha una decisa azione astringente, migliora lo stato dei pori troppo dilatati, riducendo la secrezione grassa; ha, ancora, una efficace azione tonificante sulla pelle sì da renderla fresca e candida come quella dei fanciulli e questa azione esplica tutta la sua efficacia soprattutto su quelle persone che, per essere vissute in ambienti malsani o per aver abusato di impiastri chimici, accusano una pelle aggrinzita ed afflosciata; serve, infine, a fare scomparire i punti neri e a smorzare le lentiggini. Per queste ragioni, sia che si voglia mantenere intatta la propria bellezza, sia che si voglia correggere tutte quelle imperfezioni sopraricordate, si faccia uso del decotto di foglie di nocciolo, con il quale ci si laverà sovente. Le acque ossigenate, usate per imbiondire i capelli e che troppo spesso danneggiano e bellezza e salute, possono essere sostituite da un decotto di "centaurea" - chiamata anche "biondella" - con il quale ci si laveranno i capelli.
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Piantaggine
Plantago lanceolata |
Ha effetti astringenti ed energicamente cicatrizzanti. Per questo la si usa nel trattamento delle ulcere varicose, delle pustole lacerate, delle ulcere scrofolose, delle piaghe purulente ed in talune malattie della pelle o nelle fastidiose e perduranti emorragie nasali. È sufficiente a questo scopo pulire bene le foglie, triturarle più o meno finemente a seconda dell'utilizzazione ed applicarle alla parte malata. Per uso interno la piantaggine ha una decisa azione astringente ed antiemorragica. Il decotto serve egregiamente in caso di dissenteria, di enteriti diarroiche, di nefriti croniche, di metroraggie e di spostamenti dell'utero; è insuperabile per purificare il sangue, i polmoni e lo stomaco, per sedare la tosse, per tonificare i fanciulli gracili, essendo la piantaggine più attiva dello stesso olio di fegato di merluzzo. Un bicchierino al giorno di spremuta di foglie fresche di piantaggine servirà allo scopo. In caso di laringiti, tracheiti, abbassamento di voce, raucedine servono frequenti gargarismi con decotto di piantaggine. Lo stesso decotto servirà ancora nelle febbri intermittenti, malariche o maltesi, negli stati infiammatori dell'apparato digerente ed urogenitale. Per le frequenti infiammazioni agli occhi basterà bollire in un litro d'acqua una manciata di piantaggine ed una di petali di rose: frequenti lavande e impacchi calmeranno le più fastidiose infiammazioni. Ricerche scientifiche le hanno confermato proprietà antiinfiammatorie, antisetticche, lenitive, disarrossanti, cicatrizzanti, espettoranti, antivirali, antiallergiche ed antibatteriche. In cucina è ottima nei minestroni e nelle insalate miste. Apprezzata anche lessa e condita con olio e aceto aromatico. Tinge di verde qualsiasi preparato. E' stata aggiunta in un secondo tempo all'Essiac
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Pino
Pinus sylvestris |
Tutti conoscono il profumo di una pineta, quel senso di sollievo e di liberazione che si prova respirando quell'aria balsamica. Molteplici sono i benefici delle varie parti delle piante resinose sul nostro organismo e sul nostro apparato respiratorio in particolare. Per i reumatici e i gottosi ottimo il decotto di gemme, utile anche contro le infiammazioni e il catarro vescicale. Per tutti coloro che soffrono di infiammazioni alla gola, od hanno gli organi vocali in cattivo stato, o sottoposti ad una particolare usura come nel caso di cantanti, oratori, predicatori, professori e così via, una cura indicata è quella delle così dette "ciorciole", le pigne o frutto del pino. Si prendano tre pigne frantumate e si bolliscano in mezzo litro di acqua. Con questo decotto - una volta che si sia raffreddato - si fanno quattro gargarismi al giorno. I risultati saranno sorprendenti, purché si abbia l'accortezza di usare pigne fresche, perché quelle secche non hanno alcuna azione medicamentosa. Quanto accennato sui princìpi attivi delle varie parti del pino silvestre, vale, in egual misura, anche per le parti delle altre essenze forestali, dal pino nero al pino marittimo, dal pino mugo all'abete.
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Rabarbaro
Rheum officinalis |
Il rabarbaro medicinale è soprattutto quello cinese del quale si usa la radice, dura e compatta quasi come un osso. Questa radice ha senza dubbio dei pregi enormi, il suo uso però è controindicato per chi soffre di renella ossalica (acido ossalico che si elimina con le urine), per coloro che accusano una stentata circolazione sanguigna nelle vene superficiali e, dunque, in modo particolare per chi soffre di emorroidi e, soprattutto, per le mamme che allattano i loro neonati. Il rabarbaro, invece, fuori di questi casi e preso in piccole dosi, stuzzica l'appetito, evita quelle noiose e pericolose fermentazioni acide che fanno eruttare, apporta notevoli benefici a chi soffre di forme catarrali allo stomaco ed all'intestino, favorisce, infine, le funzioni epatiche eccitando la bile. E' anche un blando lassativo, in grado cioè di regolare sistematicamente le funzioni dell'intestino, frenando contemporaneamente le funzioni diarroiche ostinate. Purteoppo il rabarbaro coltivato nei nostri orti non ha l'efficacia terapeutica di quello originale cinese. Le sue grandi foglie palmate, però, usate in cucina, sostituiscono validamente e qualitativamente gli spinaci. Ricerche scientifiche hanno confermato alla pianta la proprietà: digestiva, lassativa, depurativa, coleretica, colagoga, antisettica, decongestionante, antisettica e antibatterica. E' uno dei quattro componenti base dell'Essiac.
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Rovo
Rubus fruticosus |
E' una pianta selvatica comunissima che cresce vigorosa un po' dappertutto, formando folti cespugli dotati di spine abbondanti e pungenti. Sul finire dell'estate giungono a maturazione quei frutti tipici, neri, simili a quelli del lampone e che vengono comunemente chiamati more. Nelle more sono contenuti zuccheri, albumine, numerosi acidi organici e soprattutto calcio e potassio. Le foglie ed i teneri germogli di rovo contengono tannino in quantità notevole. Sono perciò astringenti ed il loro decotto, preparato facendo bollire per qualche minuto in mezzo litro di acqua una manciata di foglie secche, si usa con successo contro la diarrea anche dell'età infantile e la dissenteria. Le radici vengono bollite a lungo, poi ridotte in poltiglia da mangiare con un buon condimento.
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Salvia
Salvia officinalis |
Le sue virtù curative sono molto vaste e conosciute fin dai tempi più antichi. Queste virtù curative sono date dall'acido tannico, dalla resina e dall'olio essenziale contenuto nella salvia e che la valorizzano, pertanto, per le sue proprietà toniche, digestive, antisudorifere, cardiotoniche, decongestionanti. In caso di angine, laringiti o di gengive gonfie e sanguinanti, o di afta o di alito cattivo, ottimi risultati si ottengono con il decotto di salvia, ottenuto facendo bollire cinque grammi di sommità fiorite di salvia in un bicchiere di acqua. Questo decotto viene preziosamente usato per sciacqui alla bocca e gargarismi. Un forte decotto serve pure egregiamente in caso di febbri malariche, mentre un bagno caldo, nel quale siano state messe a macerare cinque manciate di foglie di salvia, tonifica facendo scomparire ogni sintomo di stanchezza e di oppressione. Contro le tossi ribelli ed i catarri profondi si può fare uso di un decotto che ha un'azione calmante veramente miracolosa. Anche i denti ne avranno sicuri benefici, sfregandoli sovente con qualche foglia fresca di salvia. Contro una sudorazione eccessiva c'è un ottimo infuso da prendersi ogni sera prima di coricarsi. Si prepara versando un quarto di litro di acqua bollente su una trentina di foglie di salvia. Ecco dunque una pianta fondamentale per la nostra salute, che è alla portata di tutti ... gli orti. Ricerche scientifiche le hanno confermato proprietà: stimolanti, antiossidanti, antispastiche, antisettiche, antiinfiammatorie, antifunginee, vermifughe, emmenagoghe, coleretiche, ipoglicemizzanti, antisudorifere, astringenti e cicatrizzanti.
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Sambuco
Sambucus nigra |
Tutte le parti di questa pianta sono medicinali. Possiamo cominciare dai fiori, quei delicati ombrellini bianchi che si tagliano alla base, possibilmente in giornate asciutte. Si stendono all'ombra, in luogo riparato, ritirandoli soltanto quando sono perfettamente essiccati. Allora si possono sgranare, riponendo i fiorellini in un vetro ben chiuso che si conserverà all'oscuro. Se si necessita di un'energica e salutare sudata, è sufficiente mettere due cucchiai di questi fiori in una tazza di acqua bollente, si lascia riposare,si cola, si addolcisce con miele e si beve questo infuso ben caldo, una volta a letto. Un cucchiaio di fiorellini bolliti in un bicchiere di acqua costituisce, poi, un blando lassativo particolarmente indicato per bambini, convalescenti o persone anziane. I frutti neri che maturano in autunno servono, bollendone due cucchiai in un bicchiere di acqua, a prepararsi un sano ed efficace purgante. E, infine, un suggerimento pratico per aumentare il fascino dei propri occhi. Si facciano macerare due pizzichi di fiori di sambuco in cento grammi di olio di mandorle. Con quest'olio medicamentoso si ungano tutte le sere i bordi delle palpebre e le ciglia: i risultati saranno eccellenti e ... affascinanti.
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Tarassaco
Dente di leone o Soffione
Taraxacum officinale |
È una pianta che non ha bisogno di particolari descrizioni, essendo diffusissima ovunque e universalmente nota. L'abitudine gastronomica di consumare con tanto gusto le foglie fresche risale a tempi antichissimi ed è dettata da una naturale esigenza del corpo che, avvelenato dal lungo riposo del periodo invernale, reclama qualche cosa per ripulire efficacemente il sangue, il fegato e la bile. Quindi, gustando queste saporite insalatine di dente di leone facciamo, non sapendolo, una energica cura depurativa. La parte più importante del tarassaco è, però, la radice che si raccoglie in primavera o, meglio ancora, in autunno. Si lava energicamente in acqua e si essicca accuratamente. Essa costituisce il rimedio sovrano nelle disfunzioni del fegato, nell'itterizia, nei calcoli biliari, organi, quelli nominati, molto importanti e che vengono sollecitati o guariti dai numerosi princìpi medicamentosi contenuti nella radice stessa. Oltre a queste virtù, fin dai tempi più antichi, alla radice di tarassaco sono state attribuite proprietà febbrifughe, toniche, diuretiche, lassative, antiemorroidali e depurative. Ricerche scientifiche hanno confermato proprietà: lassativa, stimolante, colagoga, stomachica, digestiva, coleretica, diuretica, antiscorbutica.
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Tasso barbasso
Verbascum thapsus |
Può raggiungere i due metri di altezza e si presenta con fiori a spiga fitta, di colore giallo, piuttosto grandi, un po' odorosi e molto pelosi. Anche le foglie sono piuttosto grandi soprattutto alla base, mentre tutta la pianta è coperta da una peluria biancastra o tenuamente giallognola. Medicinali sono i fiori e le foglie che, fin dall'antichità, venivano usati nella cura dei raffreddori di petto, delle irritazioni dei bronchi, della tosse catarrale, del catarro polmonare, delle irritazioni del tubo digerente. In questi casi si prendono quaranta grammi di fiori secchi sui quali si versa un litro di acqua bollente. Si lascia riposare per mezz'ora, si filtra con molta accuratezza e si prendono quattro tazzine al giorno, lontano dai pasti, di questo infuso ben caldo. Per i raffreddori di testa è un'ottima abitudine annusare come tabacco le foglie di verbasco finemente polverizzate. I benefici effetti liberatori si faranno presto sentire. Questa polvere, poi, avrà una utile applicazione se cosparsa su piaghe e ferite che stentano a guarire.
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Tiglio
Tilia platyphylla |
Le virtù medicinali del tiglio erano note niente meno che duemila anni fa, e, a scopo terapeutico, venivano usate tutte le parti della pianta, dalla corteccia all'alburno, dalle foglie ai fiori. Tanto diffusa e sentita era la sua fama che il tiglio è stato considerato dagli antichi come un albero sacro ed alla sua ombra si trattava di affari, si amministrava la giustizia, si eseguivano danze propiziatrici, si seppellivano i propri morti. Il tiglio si presenta come una pianta dal portamento maestoso, dai cui fiori, che appaiono generalmente fra maggio e giugno, emana un profumo intenso e caratteristico. Le foglie di tiglio bollite nell'acqua e applicate come cataplasmi sulle parti doloranti calmano i dolori causati da scottature, da piaghe, da malattie della pelle o da affezioni emorroidali. Molto più importanti sono i fiori sia per la praticità del loro impiego, sia per facile reperibilità, sia per la loro efficacia, utili in tutte le affezioni da raffreddamento. Questo tè, inoltre, è un ottimo calmante della tosse e dei nervi, rende più fluido il catarro bronchiale che verrà così espettorato con maggiore facilità, è diuretico, antireumatico e tonificante del cuore. Ricerche scientifiche hanno confermato la proprietà: emolliente, rinfrescante, antispasmodica, ipotensiva, decongestionante e diaforetica.
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Timo
Thymus serpyllum |
E' una pianticella tutto profumo che cresce nei campi e nei boschi presentando dei rami lunghi, sottili, di struttura legnosa e serpeggianti rasoterra; le foglie invece sono piccole, ovali, prive di peduncoli; anche i fiori sono piccoli, bianco rosati e profumatissimi. Questa pianta cura efficacemente le digestioni lente e difficili accompagnate o meno da eccessivi gas gastro-intestinali. E' sufficiente, in questi casi, bere dopo i pasti una tazza d'acqua calda nella quale sia stato messo in infusione un pizzico abbondante di timo. Con l'infuso, bevuto caldo prima di coricarsi, si riuscirà a sedare tossi secche e raucedini, mentre i gargarismi contribuiranno all'igiene ed alla pulizia delle prime vie respiratorie. Il timo perfettamente essiccato e finemente polverizzato, unito al talco dà un'ottima polvere aspergente, molto utile ed efficace in caso di eccessiva traspirazione dei piedi con relativi odori e fitte spesso insopportabili. Ricerche scientifiche hanno confermato attività antiinfiammatoria, mucolitica, bechico, antibiotica, antifungina ed antispastica.
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Trifoglio
Trifolium pratense |
Il trifoglio agisce sul sangue e sul plasma e sul sistema linfatico. Ha azione diuretica, espettorante e antispasmodica. E' usato per tosse, bronchiti infezioni e tumori. E' un purificatore del sangue. In India, è usato per favorire la latteazione delle perpuere ed è tonico uterino (favorisce il ristabilirsi dell'utero dopo il parto). Del trifoglio si utilizzano soltanto i fiori. Pressocchè sconosciuto, l'uso culinario del trifoglio è quantomeno interessante. Si preparano ottime e gustose insalate, ma è squisito anche nelle minestre e nelle zuppe. Fiori gratinati, saporiti sformati o soffici omelette .... basta solo usare la fantasia. E' stato aggiunto in un secondo tempo all'Essiac.
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Uva ursina
Arctostaphylos uva ursi |
Dell'Uva ursina vengono usate di preferenza le foglie che vengono essiccate accuratamente all'ombra. Queste foglie sono soprattutto usate da chi soffre di calcoli renali o vescicali allo scopo di sciogliere i più piccoli e di diminuire il peso e le dimensioni di quelli troppo sviluppati. Analogamente le foglie di uva ursina servono a chi soffre di catarri cronici alla vescica, di uretriti catarrali croniche, traendone enormi benefici, grazie alle qualità diuretiche di questa pianta. Contro questi malanni che affliggono tante persone, soprattutto quelle giunte ad una certa età, è sufficiente un buon decotto. Non deve preoccupare l'eventuale colorazione brunastra delle urine, provocata dai componenti chimici dell'uva orsina. Ricerche scientifiche hanno confermato attività antibatterica, antiinfiammatoria, diuretica, antisettica urinaria ed antispasmodica.
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Valeriana
Valeriana officinalis |
Il valore medicinale di questa pianta sta nella radice, con la quale si possono preparare i più svariati medicamenti. Si raccoglie strappandola dal terreno, si essicca perfettamente e si conserva in un vaso ermeticamente chiuso, per impedire che l'odore fetido e pungente che emana dalla radice possa ammorbare tutta la casa. Questo odore è causato da un olio essenziale che ha la caratteristica di donare calma e serenità, senza che il cuore, lo stomaco o il cervello ne abbiano a soffrire per un uso prolungato e senza che una cura protratta nel tempo possa portare a fenomeni di assuefazione. La radice quindi, è indicata a chi si sente spesso il cuore battere irregolarmente e nervosamente, a chi stenta a prendere sonno, a chi soffre di gonfiori allo stomaco o all'intestino, a chi lamenta frequentemente emicranie, attacchi nervosi, convulsioni, alle donne, infine, per attenuare i numerosi disturbi dell'età critica. In tutti questi casi si usa l'infuso ottenuto versando un litro d'acqua bollente su venticinque grammi di radice di valeriana e lasciando riposare per circa tre quarti d'ora. Per mitigare il cattivo odore dell'infuso e renderlo, così, più appetibile, si può aggiungere allo stesso qualche goccia di menta. La valeriana, quindi, è fra i migliori calmanti e tranquillanti naturali che aiuta a fronteggiare con la necessaria serenità le quotidiane preoccupazioni, curando il vorticoso logorio del nostro sistema nervoso. Ricerche scientifiche hanno confermato attività sedativa e ansiolitica.
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Viola mammola
Viola odorata Viola tricolore, pansè. |
Le parti usate per medicina sono i fiori, le foglie, i semi e le radici. I fiori contengono una sostanza chiamata "violina" che ha delle proprietà emollienti, pettorali, sudorifere e leggermente diuretiche. Nei catarri cronici, nelle angine, nelle bronchiti acute, nelle infiammazioni dei reni e della vescica, si usa il tè di violetta, preparato mettendo un buon cucchiaio di fiori in un litro di acqua bollente. Ottimo questo tè anche per gargarismi in caso di infiammazione delle vie respiratorie. Qualora si rendesse necessario vuotare completamente lo stomaco, serve allo scopo il decotto di radici di violetta, preparato bollendo venti grammi di radici in tre bicchieri d'acqua finché questa sia ridotta a metà. La pozione così ottenuta va bevuta completamente: gli effetti vomitivi saranno sicuri ed efficaci. Le foglie, invece, messe a macerare in acqua bollente, servono a preparare degli impiastri caldi, che vanno cambiati più volte al giorno, da applicare sulle dolorose ragadi del seno. Anche con i semi si ottiene un prezioso decotto, molto utile per l'eliminazione dei calcoli alla vescica. In cucina si mangia tutta la piantina, fiori compresi, in insalatine miste primaverili.
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Vischio
Viscum album |
Il Vischio è una pianta parassita, vive cioè alle spalle di altre piante, succhiandone la loro linfa. Da noi cresce in modo particolare sui pini, dalle soglie dell'inverno in poi. Abbassa la pressione sanguigna e quindi serve ottimamente a chi, raggiunta una età avanzata, soffre di arteriosclerosi, con le manifestazioni collaterali: pressione sanguigna alta, emicranie, vertigini, ronzio agli orecchi, ecc. Anche nelle regole mensili troppo abbondanti, nelle emorragie nasali, negli sputi sanguigni il potere emostatico del vischio porta notevoli giovamenti. In caso di epilessia e di convulsioni, grazie alle sue proprietà ipotensive, diuretiche e calmanti, il vischio sarà essiccato a dovere e ridotto in polvere e si confezioneranno dei cachet.
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