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Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà,
colui che è capace di dare. (Giovanni Paolo II Karol Wojtyla)
Un giorno senza un sorriso è un giorno perso. (Charlie Chaplin)
Ieri mattina ho incontrato una signora anziana. Sola, passeggiava, lentamente, in apparenza senza meta. Come se il medico le avesse ordinato di camminare molto perché fa bene alla salute, e lei eseguisse senza entusiasmo. Le sono passata di fianco rapidamente, distratta, ma quando l’avevo già superata un metro buono, istintivamente mi sono voltata verso di lei e l’ho salutata con un sorriso.
Al mio “buongiorno” lei ha risposto con stupore e gioia. Ha iniziato timidamente una conversazione. Mi sono fermata, abbiamo scambiato due parole sul tempo pazzo di questa estate, poi ci siamo lasciate con un “arrivederci”.
La cosa che mi ha colpita nel profondo è stato il suo ringraziamento prima che me ne andassi:
«Grazie signorina, mi ha fatto piacere parlare con lei».
Un “grazie” che vale tutto l’oro del mondo.
Forse questa signora a casa ha compagnia, magari ha più soldi di me, non so. Magari di lì a poco avrebbe partecipato a una grigliata di Ferragosto in famiglia, circondata da figli, nipoti e parenti. Oppure no. Non lo posso sapere, ma che fosse sola o circondata da affetto, poco importa: io non le ho dato il mio tempo per farle la carità.
Le ho solo regalato un sorriso, un po’ di attenzione e di gentilezza, cose rarissime da ricevere dagli estranei, di questi tempi. Un gesto all’apparenza insignificante ha dato gioia a lei, ma anche a me. È possibile compierlo più volte al giorno, senza passare per matti o per inutili benefattori. Un sorriso, una gentilezza e una buona parola non costano nulla e rendono moltissimo.
Lo affermano anche i risultati di uno studio firmato dai ricercatori dell’University of California a San Diego e dell’ateneo di Harvard: le buone azioni sono contagiose.
Il fatto di beneficiare di una buona azione gratuita ci induce a fare lo stesso con altre persone, anche se non le conosciamo. La generosità si propaga a macchia d’olio anche tra perfetti sconosciuti. E l’effetto e’ durevole nel tempo.
Basta un pugno di persone per fare la differenza.
Insomma, quando compiamo una buona azione le conseguenze possono essere insospettabili.
Mi piace l’idea di poter modificare in positivo il comportamento e la giornata di perfetti sconosciuti!
È stato inoltre scientificamente dimostrato che sorridere è salutare.
Una risata è qualcosa che ognuno di noi può sperimentare. Sorridere e ridere attiva le aree cerebrali della ricompensa e del piacere, le stesse che si attivano durante le attività gratificanti. Nel cervello dell’animale, ma anche in quello dell’uomo, un sistema biologico sovrintende alla ricerca del piacere.
Sorridere serve a scaricare la tensione ed è un ottimo sistema per difendersi.
Secondo Freud il sogno serve a liberarci dall’ansia e il riso a procurare piacere, ma anch’egli ha ammesso che l’umorismo è un potente meccanismo di difesa. Con la risata le inibizioni, come gli impulsi sessuali e quelli aggressivi, possono trovare uno sfogo socialmente accettato. Ernst Kirst sostiene che la battuta di spirito ci fa tornare all’infanzia, liberandoci dalle “costrizioni” della logica.
Diversi studi dimostrano che ridere innalza la soglia di dolore con un effetto analgesico. In numerose cliniche americane si sono istituiti dei servizi per favorire nei pazienti il ridere e la comparsa di emozioni positive. Anche in Italia si è diffusa la comicoterapia negli ospedali. L’umorismo modera il calo delle difese immunitarie che si verifica in periodi di stress.
Anche le risate, come le buone azioni, sono contagiose.
Se vuoi alleggerire il peso della vita, dunque, sii generoso, gentile e sorridi!
Sii gentile, e sorridi alle persone che incontri. Ognuno di noi sta combattendo le proprie battaglie. Tu non sai quello che gli altri stanno passando, e potrebbero veramente aver bisogno di quel sorriso in dono.
Valentina Demelas