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I consumi nel settore edilizio costituiscono un terzo dei consumi energetici nazionali. Tra questi la voce più rilevante è quella relativa al riscaldamento invernale degli edifici, ed è in continua crescita il consumo elettrico per la climatizzazione estiva. Una casa ben costruita, con un giusto orientamento, materiali edili scelti oculatamente e un ottimo isolamento termico di pareti, solai e pavimenti che ostacoli il passaggio di calore dall’interno all’esterno in inverno e dall’esterno all’interno in estate, assieme a finestre con almeno doppi vetri, consente di ridurre drasticamente le dispersioni e di conseguenza i consumi energetici. L’isolamento termico è un elemento di fondamentale importanza nel campo dell’edilizia per poter attuare misure di risparmio energetico ormai divenute inderogabili. L’utilizzo, in particolare, di materiali isolanti di origine naturale rende effettivo questo obiettivo, permette di ridurre enormemente le conseguenze negative sull’ambiente e sull’uomo in tutto il loro ciclo di vita limitando, inoltre, l’utilizzo di materie prime non rinnovabili. Gli isolanti naturali consentono, inoltre, di ottenere un notevole livello di benessere ambientale all’interno degli edifici grazie alle loro proprietà di isolamento termoacustico e di traspirabilità.
Si può così arrivare oggi alla casa passiva >>, ma non solo.
Consideriamo un pò più a fondo i motivi per cui oggi la nostra società si trova in questa situazione.
Ogni Paese del mondo ha in Agenda l’impegno di aumentare il contributo delle fonti rinnovabili nel loro fabbisogno energetico. Alcuni Paesi si sono imposti degli ambiziosi target ed hanno creato un contesto per lo sviluppo delle nuove tecnologie e per le tecnologie rinnovabili molto fertile dal punto di vista tecnico ed economico. Tuttavia con l’aumentare della penetrazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili si osserva che la diffusione non è efficiente e veloce come previsto: vi è un fattore finora largamente trascurato che frequentemente risulta essere di ostacolo per lo sviluppo dei progetti: l’accettabilità sociale.
Questo aspetto è stato trascurato negli anni ‘70 e ‘80, periodo durante il quale partirono i programmi per la creazione delle politiche energetiche. Dai sondaggi di opinione la popolazione dimostrava di accettare ampiamente le tecnologie di produzione di energia da fonte rinnovabile perciò i politici, gli sviluppatori, le aziende e le autorità locali non considerarono la questione dell’accettabilità sociale.
I primi problemi nacquero quando fu necessario decidere dove installare le prime turbine eoliche: il problema della scelta del sito spesso si rivelò essere un problema il quale interessava un gran numero di attori con interessi a volte diametralmente opposti. Nonostante ciò fino agli anni ‘90 la questione dell’accettabilità sociale non venne mai studiata approfonditamente.
Attenzione al solo aspetto tecnologico
Negli ultimi 30 anni nei paesi dell’OECD era radicata la convinzione che il solo miglioramento tecnologico sarebbe stato sufficiente per controllare il consumo di energia e mitigare il problema del riscaldamento globale.
Decenni di politiche basate su questo assunto non hanno portato al raggiungimento dei risparmi energetici previsti. Il motivo di questo fallimento è stato inizialmente ricercato analizzando i punti deboli delle politiche per l’efficienza e ricercando le barriere di mercato.
I soli miglioramenti tecnologici, lo sviluppo di nuove apparecchiature e l’incremento continuo dell’efficienza dei processi, non sono sufficienti per ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas inquinanti. Un’apparecchiatura molto efficiente può essere utilizzata in maniera del tutto inefficiente vanificando il risparmio di energia conseguibile. L’acquisto di impianti ed apparecchiature con bassi consumi energetici è importante ma per raggiungere una società con un consumo energetico sostenibile è necessario focalizzare l’attenzione anche su aspetti riguardanti lo stile di vita, le abitudini, i valori, i comportamenti, le procedure e le norme.
Il modello energetico sostenibile
Un modello energetico sostenibile è ottenibile agendo secondo due direzioni:
•producendo energia da fonti rinnovabili (turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, etc);
•risparmiando energia (maggior efficienza dei processi e degli impianti, stili di vita con una intensità energetica minore, etc).
Entrambe le direzioni stanno incontrando degli ostacoli di natura non tecnico – economica che ne rallentano lo sviluppo.
Caratteristiche delle tecnologie rinnovabili
Le tecnologie rinnovabili presentano alcune sostanziali differenze rispetto gli impianti tradizionali.
•dimensioni minori, numero siti installazioni maggiore: sono generalmente impianti di dimensioni minori e di conseguenza vi è la necessità di un maggior numero di siti per la loro installazione per cui le persone attivamente coinvolte sono in numero maggiore.
•densità energetica minore: hanno una “densità energetica” inferiore ovvero l’impatto visuale per MWh di output è molto maggiore rispetto gli impianti tradizionali i quali molto spesso utilizzano miniere sotterranee o ambienti già messi a dura prova dagli utilizzi precedenti.
•esternalità non ben definite: poichè i costi esterni, le esternalità , non sono ancora presi in considerazione quando si valuta il costo dell’energia prodotta da impianti tradizionali, le tecnologie rinnovabili non possono competere.
Classificazione tecnologie
Le principali tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, non fossili e tradizionali sono state così classificate:
•solare termico
•solare fotovoltaico
•solare termodinamico
•biomassa combustibile solido
•biomassa combustibile gassoso
•idroelettrico alta capacità
•mini idroelettrico
•eolico alta capacità
•mini eolico
•CCS – carbon capture and storage
•energia nucleare
•energia da moto ondoso
•termoelettrico
Fonti:
www.accettabilitasociale.com